Firmato Chris Duhon con l'eccezione salariale

Un altro ex-Bull diventa un Knickerbocker, dopo i casi Jamal Crawford ed Eddie Curry è la volta di Chris Duhon, playmaker proveniente dall’università di Duke e scelto al secondo giro al draft del 2004. 6.9 punti e 4.5 assists di media nei suoi quattro anni a Chicago. Il contratto, biennale, dice 5.8M di dollari a stagione, ossia tutta l’eccezione salariale a disposizione della franchigia.

“Chris si è fatto la reputazione di essere un solido playmaker nella nostra Lega, è per questo che l’abbiamo scelto” ha dichiarato Donnie Walsh in conferenza stampa “Gioca duro in entrambi i lati del campo e prende sempre la decisione giusta quando ha palla in mano”.

A dire la verità, Duhon non pare proprio, a priori, la scelta più azzeccata per far girare una squadra improntata al “Sistema D’Antoni”. Come scritto da queste parti a suo tempo alla firma del coach con i baffi, però, non è detto che quest’ultimo non scenda a patti con il suo credo cestistico, adattandosi alle risorse a disposizione. Il nuovo arrivato, infatti, è un play più da controllo che non da corsa, ed infatti i più hanno rivisto in lui una sorta di nuovo Charlie Ward che non Steve Nash. Nulla di male in ciò, soprattutto se collocato in un gruppo di giocatori con IQ cestistico rasente allo zero come quello attuale, ma qualche dubbio persiste.

Questa firma va comunque esaminata sotto diversi punti di vista: innanzitutto, in ottica 2010, ed un biennale non va ad intaccare l’obiettivo di scendere sotto il cap per andare a quella famosissima “caccia grossa” che si prospetta in quella data; va poi in direzione diametralmente opposta a quella del recente passato targato Isiah Thomas, quando l’obiettivo era ammassare talento su talento, scelta rivelatasi poi fallimentare. Con il già nominato Ward, i Knicks raggiunsero invece una Finale nel 1999 ed in quegli anni restarono comunque sempre competitivi. Lì, infatti, il talento era altrove, ed appunto andava solo controllato, mettendo qualche bombetta all’occorrenza.

Certo, la cifra sborsata pare un tantino alta, ma ad oggi con l’eccezione salariale si fa poca strada. Voci dicono che con $4M si sarebbe raggiunto l’accordo, nonostante il pressing di altre franghigie, ma tant’è. Vestirà la canotta numero 1.

Forse, e dico FORSE, si poteva aspettare almeno fino alle prime ore del 9 luglio, primo giorno ufficiale per trade e firme (già maturate magari sottobanco nei giorni precedenti come in questo caso), vedendo se qualche squadra rilasciava qualcosa di interessante… ed in effetti così è stato, dal momento che i Clippers hanno appiedato Shawn Livingston, talentuosissimo play appena tornato da un terribile infortunio che gli ha fatto saltare l’intera passata stagione. Sul suo stato fisico non ci è dato a sapere con troppa precisione, ma da almeno un mese i medici gli hanno dato il via libera per il ritorno al basket giocato. Ecco perchè parlavo di quei 4 milioni: ne sarebbero restati almeno 1.8 per questa scommessa, mentre ora, ammesso e non concesso che ci si voglia investire, toccherà andare a prenderlo con il mimimo salariale.

Visto che abbiamo parlato tanto di dollari, pure Danilo Gallinari ha firmato il suo primo contratto da professionista U.S.A.: $2.8M i presidenti spirati che guadagnerà nella prossima stagione.

Infine uno sguardo al roster della prima summer league, che vedrà impegnati i nostri dal 14 luglio a Las Vegas. Fa specie vedere ancora Renaldo Balkman, Nate Robinson e pure Mardy Collins tra gli astanti, dal momento che hanno ampiamente già dimostrato di poterci stare in NBA… segno di umiltà, evidentemente, che comunque fa bene. Al contrario di Curry: tira-e-molla sulla sua presenza, ovviamente non c’è. Troppo sforzo, poverino.


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