Gara-1: Knicks 85, Celtics 78 – Nel segno di Jason Kidd

Kidd_CELUn uomo solo al comando: Jason Kidd. Si va oltre al box-score, oltre le statistiche che parlano addirittura di un -5 in quanto a plus/minus. Kidd si è letteralmente caricato sulle spalle i compagni nei momenti più importanti della gara, tra palle sporcate e rotazioni difensive enciclopediche, dando il ritmo alla partita ed al suo team.

Knicks che iniziano bene, Carmelo Anthony parte con un 4/4 al tiro, e dall’altra parte li costringiamo solo a tiri da fuori. Servono però una manciata di possessi ai Celtics per settarsi, difensivamente ed offensivamente. Da lì arrivano solo ISO per ‘Melo o JR Smith, restiamo in partita di talento, Doc Rivers attacca forte il pick-and-roll di entrata, Tyson Chandler pare l’uomo invisibile (a quanto sarà, al 60% della forma?), Boston in due frangenti ha la palla in mano per portarsi in doppia cifra nel vantaggio. La partita sembra andare dove Rivers vuole: “batteteci con i long-two o le triple se siete bravi, altrimenti la vinciamo noi”. E’ lì che Kidd sale in cattedra, sembra essere ovunque, su una palla di nessuno, un rimbalzo conteso, OVUNQUE! Zompetta per il campo come un 20enne a dispetto della 40 primavere.

Chiudiamo il primo tempo sotto 53-49, e sul forum iniziamo: “Rivers sta portando a scuola Woodson già dalla prima partita”. Jeff Green è on fire, Kevin Garnett regge l’urto sotto proprio per la virtuale assenza di Chandler, Paul Pierce è Paul Pierce, soprattutto nella considerazione degli arbitri. La palla ha stagnato troppo nelle mani dei nostri, si sente l’assenza di Pablo Prigioni, il doppio play è evidentemente troppo importante per questa squadra se è vero che i migliori risultati in regular season sono arrivati con questo assetto, soprattutto se il cambio dell’argentino è un “rookie” di 29 anni che evoluiva nella lega belga e che si è ritrovato in una situazione più grande di lui (leggi titolare al primo turno dei Playoffs NBA). Boston arriva troppo facilmente al ferro e sempre allo stesso modo, con dei tagli elementari, e Woodson sembra impotente. Regalare Tyson poi, quando stiamo già regalando i $20 milioni di Stat, è troppo, sarebbe troppo per chiunque.

Nel secondo tempo qualcosa cambia però. E’ una battaglia, la tensione è palpabile anche attraverso il televisore, il Garden (capito? IL GARDEN, il “Madison” i newyorkesi non sanno nemmeno cosa sia) si infiamma, è 12 anni che aspettava questa partita, Spike Lee da un lato del parquet e John McEnroe dall’altra guidano la folla. E’ proprio vero che “se non vi piacciono i Playofss NBA non vi voglio neppure conoscere”, (cit. Federico Buffa). La difesa dei Knicks, con Kenyon Martin nel mezzo, inizia a chiudere la via del canestro, i Celtics iniziano a fare fatica, non hanno tiratori affidabili dal perimetro, Jason Terry è nullo, Pierce sbaglia nel secondo tempo 5 dei 6 tiri da 3 tentati, Garnett realizzerà solo 2 punti.La panchina di Boston è corta, si sa, e produce solo 4 punti contro i 32 avversari (Steve Novak però classico “uovo”, zero in tutto).

La fatica in attacco continua, ma piano piano passiamo davanti con Kidd a menare le danze. L’ultimo punteggio in parità è a 8:13 dalla fine. Il miglior giocatore in campo inizia al momento giusto a giocare come il miglior giocatore in campo: ‘Melo – che dopo i primi 4 canestri era a 5/20 – viene fuori dalle secche, piazza un 4/5 al tiro ed un passaggio dal raddoppio a K-Mart per il canestro della staffa. Il tabellino finale dirà che abbiamo tenuto i Celtics a solo OTTO PUNTI REALIZZATI nell’ultimo quarto, record franchigia.

La sensazione è che Boston, da sfavorita, si sia giocata il jolly dell’upset in questa partita. Nonostante un Terry disastroso che potrà fare sicuramente meglio, New York ha più margini rispetto a questa Gara-1. Prigioni dovrebbe rientrare ed il giropalla sicuramente ne gioverà. Chandler a fine match ha parlato di “ruggine” da scrollarsi di dosso. Vedremo se Rivers si inventerà qualcosa come solo lui o pochi altri sanno fare in una serie.

 


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